ADDIO Monsieur Givenchy

Oggi voglio rendere omaggio ad uno dei grandi maestri della moda, il Conte Hubert de Givenchy, fondatore dell’omonima Maison e creatore del mito di Audrey Hepburn. Un connubio non da poco quello con l’attrice inglese, ritenuta da Givenchy non una semplice musa, ma l’incarnazione del suo concetto di eleganza e stile.

Nato  in una nobile famiglia di Beauvais nel 1927, l’uomo che trasformò Audrey in Sabrina e Holly Golighty, scoprì il mondo della moda giovanissimo, quando durante l’Expo parigino del 1937 rimase folgorato dalle creazioni di Lanvin e Chanel.

Sul finire della grande guerra decise di trasferirsi nella capitale francese per iscriversi a Belle Arti e coltivare l’amore per il disegno e intraprendere la carriera di couturier. Quelli della formazione furono per lui anni formidabili che, anche grazie alle contaminazioni creative di compagni d’avventura del calibro di Pierre Balmain e Christian Dior, gli permisero di sviluppare il suo enorme talento.
Non dovrà aspettare molto per avere una casa di moda intestata a suo nome, è infatti il 1952 quando, nel cuore di Plaine Manceau a Parigi, aprì il suo quartier generale e grazie alla camicia Bettina, creata in onore di Bettina Graziani, riscontrò sin da subito un incredibile successo. Sarà invece Cristobal Balenciaga, amico e mentore, a spingerlo a licenziare il brand e a lanciare la prima collezione di prèt-à-porter Givenchy.
Innovativo, elegante e prospettico, Givenchy  si ritrovò a 25 anni ad essere il più giovane direttore creativo del mondo della moda. All’insegna della leggerezza e della fluidità, il suo concetto di moda mirava a liberare le donne dalle costrizioni, dai lacci e dalle imbottiture, che le avevano imbrigliate per secoli.
Givenchy per oltre 40 anni rimase a capo della sua casa di moda, a lui si devono le invenzione del balloon coat (tanto caro a Jackie Kennedy), dell’abito a sacco, del tubino nero e dell’abito a palloncino.

Buon viaggio maestro…

 

 



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