Martin Margiela: the master of deconstruction

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 Negli anni 80’, in piena epoca di eccessi, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul successo del giovane assistente di Jean Paul Gaultier, Martin Margiela. Lo stilista belga proponeva linee pulite, la celebrazione del difetto e quel suo continuo reinterpretare e riciclare erano lontani anni luce dal dominante concetto di neobarocco e ostentato lusso tipico del periodo.
Gli abiti della Maison, nata nel 1988, proiettavano l’idea di essenziale, il processo di costruzione del vestito prendeva forma attraverso una finissima lavorazione artigianale.
Nome di riferimento della moda d’avanguardia, Margiela è stato il maestro della decostruzione, un continuo tagliare e rimontare insieme parti di vecchi abiti mostrandone fodere e interni in modi sempre nuovi, con quella liberà sartoriale tipica degli anni ’70. Il nero, il rosso e il bianco proposto in ogni sua sfumatura hanno caratterizzato le sue prime collezioni.
Mai intervistato né fotografato, Martin Margiela ha promosso il culto dell’impersonalità, a differenza della maggior parte dei suoi colleghi presentava le proprie collezioni in luoghi fatiscenti, gli abiti etichettati da un cartellino bianco venivano indossati da modelle dai volti nascosti.
Oggi, venticinque anni dopo, la Maison, passata sotto la guida di Renzo Rosso, propone un vero lifestyle, affiancando alle collezioni, profumi, accessori ed un pariticolare albergo a Parigi.
Martin Margiela (sulla cui esistenza in molti ancora dubitano) si è nel frattempo ritirato, lasciando alla sua Maison quella dirompente eccentricità fatta di stropicciature, scoloriture che conferiscono al marchio la sua irripetibile unicità.

In the 80 ‘, in the heyday of excesses, nobody would have bet a penny on the success of the young assistant to Jean Paul Gaultier Martin Margiela. The Belgian designer proposing clean lines, the celebration of the defect and that its continuous recycle and reinterpret were light years away from the dominant concept of neo-baroque and ostentatious luxury typical of the period.
The clothes of Maison, born in 1988, projected the idea of ​​essential, the process of construction of the dress took shape through a very fine craftsmanship; reference name of the avant-garde fashion, Margiela was the master of deconstruction, a continuous cut and fit together parts of old clothes showing interior linings and in new ways, with that liberty tailoring typical of the 70s. Black, red and white available in every shade have characterized his early collections.
Never interviewed or photographed, Martin Margiela has promoted the cult of impersonality, unlike most of his colleagues presented their collections in places crumbling, the clothes labeled by a white card were worn by models with faces hidden.
Today, five years later, the House, passed under the guidance of Renzo Rosso, offers a true lifestyle, adding to collections, perfumes, accessories and pariticolare a hotel in Paris.
Martin Margiela (the existence of which many still doubt) has meanwhile withdrawn, leaving the Maison disruptive to his eccentricities made ​​of wrinkles, discoloration, which gives the brand its unrepeatable uniqueness.

with love Elena

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11 comments

  1. È impressionante con quanta dedizione questo stilista ha saputo andare contro corrente a ciò che, come hai detto te, veniva proposto dalla moda in quegli anni, senza farsi smontare le proprie idee e soprattutto, senza farsi influenzare da nessuno..credo che il suo stile sia inconfondibile, Martin ha la capacità di far cogliere il più piccolo dei dettagli in ogni singolo capo e non rendere nulla banale..possiamo definirlo un genio della moda! E poi diciamolo gli anni 80 sono i migliori!!! Io sono dell’85 e se non sbaglio anche tu fai parte die mitici ’80! 🙂

  2. Interessante la tua ricostruzione storica ma questo stile non mi convince, molto eccentrico, difficile da indossare, certo rimanere fedeli alle proprie idee e’un lusso ed e’assolutamente da stimare.

  3. Sto pensando alla definizione di “concettuale” e la trovo di scarsa applicabilità al capo, ad esempio, dell’ultima immagine oppure al colbacco. Diversa, invece, la possibilità di parlare di concettualismo in merito al fatto di coprire i visi delle modelle con una maschera da raffinato schermitore ingioiellato…continua a non convincermi al 100%.

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