The tie. ItStory.

agnelli

Son tante le leggende che circondano l’origine della cravatta: c’è chi l’associa all’armatura dei legionari romani, chi invece sostiene che derivi dal foulard annodato al collo dei mercenari croati assoldati da luigi XIII; fonti più certe ci portano a credere che i precursori della cravatta siano i fazzoletti da collo arricchiti di pizzi e nastri di seta che apparvero intorno al 1650 nella corte di Luigi XIV. Tipico accessorio di eleganza maschile, simbolo di ricchezza, audacia e ricercatezza, la cravatta fu sposata dai dandy di tutta Europa; attraversando secoli e continenti si trasformò in una continua e costante evoluzione che la porterà ad assumere nuove forme e colori. Più funzionale, lunga e stretta in era industriale, mutò ulteriormente con Lord George Bryan Brummel, il leggendario dandy e “stilista” fautore del concetto di semplicità; nel 1880 divenne l’emblema della protesta degli “irriverenti” membri dell’Exeter College di Oxford che la resero il simbolo del british style. E’ invece il 1924 l’anno in cui fu depositato il brevetto della cravatta che conosciamo oggi; fu Jesse Langsdorf a trovarne la giusta equazione per la produzione, tagliando il tessuto con un angolo di 45° rispetto al drittofilo, impiegando tre strisce di seta da cucire successivamente. Langsdorf creò la famosa fascia di tessuto che annodata al colletto della camicia diventa accessorio essenziale nell’abbigliamento maschile. La cravatta oggi è sinonimo di eleganza. Saper scegliere la giusta cravatta in fantasia, regimental, in tinta unita, decreta il successo di una mise; d’altronde come diceva Oscar Wilde: ”Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita”.

Are many the legends surrounding the origin of the tie: there are those who associate it to the armor of the Roman legionaries, who argues instead that derives from the scarf knotted around the necks of Croatian mercenaries hired by Louis XIII; most reliable sources lead us to believe that the precursors of the tie, are the  scarves embellished with lace and silk ribbons, that appeared around 1650 in the court of Louis XIV. Typical accessory of the male elegance, a symbol of wealth, boldness and sophistication, the tie was married by the dandies across Europe; across centuries and continents, it was in constant evolution that will take on new shapes and colors. More functional, long and narrow in the industrial age, changed further with Lord George Bryan Brummel, the legendary dandy and “designer”who advocate of the concept of simplicity, in 1880 became the emblem of  the “irreverent” protest of members of Exeter College in Oxford that made it a symbol of British style.  The 1924, is instead the year in which the tie patent was filed as we know it today and was Jesse Langsdorf to find the right equation for the production, cutting the fabric at an angle of 45 ° to the grain line, using three strips of silk sewing subsequently. Langsdorf created the famous band of tissue that tied at the shirt collar becomes essential accessory in menswear. The tie is now synonymous of elegance. Knowing how to choose the right tie in fantasy, regimental, solid, it determines the success of an outfit, moreover, as Oscar Wilde once said: “A well-tied tie is the first serious step in life.”

with love, Elena

cravatta

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GIORGIO+ARMANI+FW+13-14#05

gucci-cravatta-azzurro-04445-fronteImgvariante-1894-1XLois VuittonLord George Bryan Brummel

Oscar Wilde



16 comments

  1. Brava Elee, ancora una volta ci hai stupiti! Mi piace questo post, in quanto come dice Katia, bisogna conoscere il lato storico di ciò che si indossa!!!

  2. interessante e sintetica, mai noiosa…brava
    P.S. amo il nuovo blog, ci ho messo un pò a capire che per tornare nella home page avrei dovuto cliccare in alto, per il resto i’m Lovin it

  3. Come gia’ detto da altri nei commenti questo post e’ interessante. Mi piace molto anche leggerti, non solo vederti! Sei una persona che sa fare questo lavoro. Xoxo

  4. Sergio stupirti di cosa?
    Son mesi che Elena ci delizia con articoli di storia della moda, fotografia. Ha ragione Anna, Affashionate non è un banalissimo blog di fotografie, per quanto mi riguarda ha sostituito le riviste di moda che non riesco più a comprare (COSTANO TROPPO).

  5. Stupirsi di cosa? Una donna bella non può saper scrivere, nonostante segua affashionate tutti i giorni è il primo commento che lascio, Elena scrivisempre tante cose interessanti e con LaChapelle sei riuscita ad emozionarmi, mi son comprata un suo libro fotografico…sei bravissima continua così
    @Carola anche io causa budge ho spesso di comprare riviste di moda seguo Affashionate, Vogue online riesco a comprare solo D di Repubblica o del Corriere…

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