l’intervista… MICHELA ANDREOZZI

Michela Andreozzi, classe 1969, romana, segno del Cancro, attrice affermata ed oggi regista. Dal carattere schietto e generoso sia dentro che fuori dal set (ho avuto l’onore di lavorare al suo fianco per ben due anni che mi hanno fatto “crescere” tantissimo), è una di quelle persone che per arrivare dove è oggi si è fatta la cosiddetta “gavetta”. Iniziando a lavorare da giovanissima nelle redazioni dei grandi varietà come Domenica in o Non è la rai, passando ai ruoli da protagonista nelle fiction come La squadra o Distretto di polizia, diretta a teatro dai grandi maestri come Gigi Proietti o Angelo Longoni, dal 12 ottobre è in ben 300 sale italiane con il suo primo film da regista “Nove Lune e Mezza”, di cui è anche una delle due protagoniste femminili (l’altra e’ Claudia Gerini). Io l’ho intervistata per Affashionate e, come al solito, si è dimostrata una donna intelligente e affascinante, per niente scontata. Leggere per credere…

Chi è Michela Andreozzi?  

E’ una donna ostinata, originale che ama fare una vita normale. Ma soprattutto determinata.

Cosa rappresenta per te questo film?

E’ il mio primo figlio, anche se io di figli non ne voglio.

In questo periodo al box office, la concorrenza è tanta… A partire da Blade Runner-2049. Dimmi 3 motivi validi per cui una mia lettrice dovrebbe scegliere di vedere “Nove Lune e mezza”. 

Perché parla delle persone che, tu che stai leggendo, in qualche modo conosci. La protagonista potrebbe essere tua mamma, tua sorella, la tua migliore amica…
E’ una commedia sul mondo come è oggi, quindi ti ci rivedi. Poi perché fa ridere con attori stellari (Claudia Gerini, Giorgio Pasotti, Stefano Fresi, Lillo Petrolo e tanti altri…).  Ed infine perché come nelle vere commedie, esci che sei contento, che hai trascorso un paio d’ore riflettendo su argomenti attuali quali la maternità surrogata ma con una “sana leggerezza”.

Guardi la tv? E credi che programmi come il GF Vip siano utili per le persone che cercano di farsi strada nel mondo del cinema e della fiction?

Di tv ne guardo, pero’ credo che non sia utile per coloro che hanno gia’ lavorato nel cinema o nelle fiction. E non credo che partecipando ad un reality si possa essere notati e di conseguenza lavorare nel cinema. Sono invece favorevole ai talent, che mettono in evidenza le qualità effettive delle persone, come ad esempio X Factor.

Secondo te perché tanti attori con una certa carriera alle spalle (vedi Simona Izzo, Lorenzo Flaherty…) scelgono la strada dei reality?

Oggi il mercato è in continua evoluzione, quindi ci sta che un attore voglia provare a mettersi alla prova in un reality. Io la considero di più come una sfida da parte loro. Vedi ad esempio Lorenzo Flaherty: secondo me vuole fare conoscere una parte di se’ che è nascosta alla maggior parte dei telespettatori. In fondo l’abbiamo sempre visto interpretare dei ruoli e sappiamo ben poco di lui; in questo modo invece può mostrare il vero se stesso.

Parlando di cronaca attuale: in questi giorni impazza sul web #Weinstein . Tu da che parte stai?

Io sto dalla parte delle donne. In questi anni non mi è mai capitato di ricevere delle avances da uomini sul lavoro, però posso giustificare chi per esempio ha scelto la via del silenzio per anni non denunciando i fatti: evidentemente la loro paura era più grande del loro dolore. Mi fa male pensare che certe donne abbiano avuto questo peso sullo stomaco per così tanto tempo. Questo è sicuramente un abuso di potere da parte di Weinstein e di tutti coloro che compiono atti del genere.

 Sono felice di poter intervistare una donna regista. Nel cinema italiano, quanto e’ presente la tanto invocata parità ?

Purtroppo non c’è ancora parità in nessun aspetto delle nostre vite professionali…
Ci sono ambienti in cui prevalgono le donne, vedi la moda, e ambienti in cui prevalgono gli uomini.  Il cinema è ancora monopolio maschile, credo perché in passato le donne avevano meno tempo da dedicare al lavoro e in particolare alla regia. Avevano la famiglia… Ora non c’è parità perché non c’è la “stessa quota”. Ora è arrivato il momento di raccontare storie femminili dal punto di vista femminile, come succede in
Nove Lune e mezza”.

with love, Elena

 

 



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