Michelle Obama: diario di una first lady moderna

«E’ stato il più grande onore della mia vita, spero di avervi reso orgogliosi» così Michele Obama ha salutato gli americani nel suo discorso di commiato alla Casa Bianca.
Di sicuro è stato così, gli indici di gradimento parlano chiaro, Michele è più popolare anche dello stesso Presidente, tant’è che sono in tanti a volerla in campo alle prossime primarie democratiche, probabilmente in gara nientepopodimeno che con George Clooney.
La signora Obama si è fatta apprezzare in ogni ambito in cui ha lavorato. Fiera, determinata e senza paura, ha rivisitato l’ormai logoro ruolo di first lady, dedicando anima e corpo alle sue battaglie, in primis quella alla piaga dell’obesità negli USA.

Non è di questo che però voglio parlare, Affashionate è pur sempre un blog di moda. A ormai tre giorni dal suo addio alla Casa Bianca, è doveroso celebrare lo stile che Michele ha saputo sapientemente costruire in questi otto anni.

Audace e innovativa (è stata la prima first lady a scoprire le braccia), ha intelligentemente utilizzato la moda come mezzo di comunicazione.
Miscelando capi di: Ralph Lauren, Diane Von Furstenberg, Versace, Moschino, Gucci, Narciso Rodriguez (per citarne alcuni), con l’aiuto della stylist Meredith Koop, è stata capace di forgiare uno stile che fosse allo stesso tempo coerente con il suo essere e riconoscibile.
Sperimentando ogni singolo colore presente nella tavolozza, ha riscritto le regole dello stile, preferendo i cardigan alle giacche e rinunciando spesso ai più simbolici e castigati tailleur.

A me personalmente Michele Obama è piaciuta più come donna di potere che come icona fashion (credo che in questo, una volta superati i pregiudizi, Melania possa superarla), però è innegabile lo sia stata. Da vera influencer che si rispetti ha imposto agli statunitensi ed al mondo il ritorno del carrè, con una “task force mediatica” di una portata tale da far impallidire quelle lanciate dal marito per far digerire agli americani la riforma sanitaria o la politica estera.

p.s. per quanto non rispecchi propriamente il mio stile, non nego che in questi giorni le avrai dato volentieri una mano a svuotare gli armadi presenti al 1600 di Pennsylvania Avenue…

With love, Elena



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