Azzedine Alaïa: the fashion sculptor

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Oggi vi parlo di uno dei miei couturier preferiti, Azzedine Alaïa.
Tunisino, classe ’40, Alaïa iniziò la sua carriera studiando scultura, coltivando in gran segreto la passione per la moda, cosa che per i dettami socio culturali del suo paese non si addiceva di certo a un uomo.
L’amore per la moda lo spinse presto a Parigi dove iniziò a lavorare al servizio di due grandi maestri del calibro di Guy Laroche e Christian Dior.
In questi anni aprì il suo atelier, e grazie al provvidenziale incontro con Greta Garbo, che diverrà sua musa e icona, iniziò a farsi conoscere negli ambienti parigini. Nel 1979 presentò la prima linea prêt-à-porter nel suo appartamento di Rue de Bellechasse. Non fu un semplice successo, ma il preludio di quegli anni Ottanta che lo iscrissero definitivamente nell’Olimpo dei grandi della moda.
Nel 1985 vinse due Oscar della moda, per la Miglior collezione francese e come Miglior Designer dell’anno.
All’apice della carriera, verso la metà degli anni novanta, si ritirò dalle scene dopo la prematura scomparsa della sua amata sorella gemella.
Il grande ritorno avvenne nel 2002, quando dopo aver ceduto le licenze del suo brand a Prada, tornò alla ribalta imponendo il suo essenziale e scultoreo stile.
Nero, cipria e bianco sono i colori delle sue creazioni realizzate con materiali super strech e rivoluzionari tagli che risaltano il corpo femminile. Gli abiti di Alaïa sono delle avvolgenti e tridimensionali spirali, delle vere e proprie opere che gli sono valse il titolo di scultore di moda.

Today I’ll tell you about one of my favourite couturiers, Azzedine Alaïa.
Tunisian, born in 1940, Alaia started his career studying sculpture, and secretly growing his passion for fashion, which according to the socio-cultural rules of his country wasn’t really a men’s work. The love for fashion made him travel to Paris where he started to work with two great masters, Guy Laroche and Christian Dior. Later on he opened his atelier, and thanks to the providential encounter with Greta Garbo, who’ll become his muse and icon, he started to make his mark in the parisian framework. In 1979 he launched the first prêt-à-porter line in his flat of Rue de Bellechasse. It wasn’t an easy success, but the prelude of that decade, the eighties, that would see his rise to the Olympus of fashion. In 1985 he won due fashion Oscars, one for the Best French Collection and the other Best Designer of the Year.  At the peak of his career, around the half of 90’s, he left public scenes after the premature death of his twin sister.
His big return happened in 2002, when after selling his brand’s licences to Prada, he came to the fore imposing his essential sculptural style. Black, pale pink and white are the colors of his creations realised with super stretch materials and revolutionary cuts which emphasize the femenine body. Alaia’s dresses are 3D embracing spirals, true artworks that brought him to be called the sculptor of fashion.

With love, Elena

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6 comments

  1. Indossare qualcosa di Azzedine Alaia vuol dire mettersi addosso un pezzo di storia della moda italiana, che mai potrà essere “imitato” o entrare nella lista delle cose che ormai non sono di tendenza. Per quanto mi riguarda e, senza nulla togliere a louboutin o blanihk, non c’è proprio paragono con questo mostro sacro..ogni volta che indosso una sua opera d’arte, perché in fondo così dovremmo definirle, non conta più nulla e in istante ti senti veramente una principessa. Design e fashion che si uniscono percorrendo un viaggio in simbiosi, in perfetta sintonia! Congrates ele, anche questa volta chapeu!!

  2. Lo adoro, mi piacciono le sue forme ed il suo stile immutato nel tempo poiché è il suo stile, PUNTO. Ogni volta che ammiro una sua creazione penso a come riesca ad esaltare il concetto di femminilità passando semplicemente attraverso ad un tessuto, a plasmarlo secondo una propria idea.
    Bel post, personalmente preferisco i suo abiti medio corti realizzati nel colore bianco.

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